ADATTAMENTO O INNOVAZIONE?

Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido…

I mezzi di espressione artistica tramandataci dalla cultura sono logori e inadatti a ricevere e ridare le emozioni che ci vengono da un mondo completamente trasformato dalla Scienza….

Le nuove condizioni di vita in cui viviamo hanno creato un’infinità di elementi naturali completamenti nuovi, e perciò mai entrati nel dominio dell’arte, e per i quali i futuristi si prefiggono di scoprire nuovi mezzi di espressione, ad ogni costo

Umberto Boccioni

Nato a Reggio Calabria nel 1882, Boccioni è il teorico e il principale esponente del movimento futurista. 

Il futurismo, movimento fondato da Marinetti, apre la strada ad un nuovo modo di fare pubblicità attraverso le arti figurative. Arte e pubblicità, vanno spesso di pari passo, ma mai come ai tempi del Futurismo il connubio tra arti figurative e comunicazione pubblicitaria ebbe una produzione così proficua e innovativa. Grafica pubblicitaria, packaging, personal branding, marketing del prodotto

La moderna visione dei futuristi rivoluzionò per sempre il modo di fare comunicazione in Italia.

Con stimoli visivi d’impatto catturarono l’attenzione del consumatori per rendere il prodotto pubblicizzato unico e riconoscibile. Concetti questi, che per la prima volta, proprio i futuristi, furono capaci di elaborare con una nuova consapevolezza strategica.

Furono i primi, già dagli anni ’10 del 900 a usare le marche come citazione, celebrando cosi la pubblicità come espressione della cultura industriale ed utilizzarono proprio la comunicazione pubblicitaria per divulgare le loro ricerche, usando manifesti, volantini e slogan secondo una precisa strategia.

La diffusione del messaggio pubblicitario diventò essenzialmente visivo: manifesti affissi sui muri cittadini o locandine erano esposti in ogni luogo pubblico, opuscoli e libricini erano distribuiti in grandi tirature.
Esplode in tutta la sua potenzialità la comunicazione di massa. Comunicazione dai colori forti, un uso sapiente dei caratteri tipografici e della loro disposizione, furono caratteristiche impiegate anche fuori dall’attività artistica strettamente intesa.
La produzione seriale industriale trovò dunque nel linguaggio futurista un mezzo ideale per celebrare la modernità e la velocità, ed enfatizzare così il messaggio pubblicitario attraverso l’efficacia della composizione artistica.

Le aziende cominciarono a cercare una propria identità distintiva, a voler creare un segno per lasciarlo. Risorsa indiscussa per le aziende italiane fu proprio il Futurismo, determinato auto-promotore, i cui seguaci erano profondamente consapevoli dell’importanza della pubblicità, soprattutto per abbattere le barriere tra alta e bassa società.

I futuristi che lavorarono per la pubblicità furono molti, da Filippo Tommaso Marinetti che creò pubblicità per Snia Viscosa, Vittorio Osvaldo Tommasini in arte Farfa che creò per Ferrania, mentre FIAT scelse di essere rappresentata dal Futurismo di Nicolay Diulgheroff.

Quindi una domanda sorge spontanea… il Futurismo è il motore o lo specchio di una società in cambiamento?

#iomiricostruisco

Sono Manuela.

https://linktr.ee/manuelagallocchio

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