Ciao Alda Barbieri
Tra le tante nostre foto insieme ho scelto questa.
Ci ritrae nei giorni della svolta. La svolta della nostra vita.
Sono tante le coincidenze che ci hanno unite in questi venti anni, ma questa è stata la più eclatante e divertente: trovare l’amore ad un giorno di distanza. Non è mica da tutte!
Per questo, quante ore abbiamo passato al telefono a raccontarci gli aneddoti più sciocchi e piccanti.
Quante a condividere le nostre paure e le nostre gelosie, a studiare stratagemmi per scoprire altarini (inesistenti) e quante risate!!
Non ci sentivamo solo per i nostri gossip, ovviamente.
Cercavamo di farci forza per le difficoltà economiche (tante), per l’incubo del lavoro (la nostra tragedia), la fatica di essere mamme sole (innamorate delle nostre creature).
La certezza però era sempre la stessa.
Alla fine della telefonata, che fossi più triste io o che lo fossi tu mi dicevi sempre: “molla tutto e vieni qui”.
Eh.. Tu giochi facile, abiti in un posto meraviglioso, non tra case e cemento come me.
Fare la “comune” nella La Casa Gialla era il nostro gioco.. avevamo anche già stabilito i relativi compiti.
Lo scorso week end, a Recco, hai abbattuto la paura del Covid e hai allungato le braccia per chiedermi, finalmente, un abbraccio (quanto mi mancava) e mi hai bisbigliato all’orecchio “grazie amica mia per esserci sempre, ti voglio bene”.
Qualche ora prima, guardando il mare, a Moneglia, dicesti “che bon temp”
Non l’avrò scritto correttamente. Come dice Romano, i dialetti non si possono scrivere.
“Bon temp” è un modo di dire che solo i “camuni” possono capire nel suo significato e solo noi che ti amiamo sappiamo che indicava, probabilmente, uno dei giorni più belli di questo ultimo travagliato, doloroso e cattivo anno.
Questo modo di dire mi suona familiare e mi fa tornare alla mente mio padre che, con lo stesso significato, diceva “così potrei andarci in paradiso”, quando voleva descrivere una straordinaria condizione di pace e benessere.
Chissà se nella tua testolina presagivi qualcosa..
Una settimana dopo quel “bon temp”, di nuovo, poco prima di addormentarti ed affrontare le ventiquattro ore più difficili della mia, della nostra vita, mi hai detto, stringendomi la mano, “grazie”.
Perchè grazie? Non si ringrazia l’amore.
Ventiquattro ore passate a controllare il tuo faticoso respiro; a guardarti incredula; a dirti che potevi andare e anche a piangere perchè te ne stavi andando; a parlarti e sorriderti e poi guardarti con l’angoscia nel cuore; ad accarezzarti le mani o i piedi; a coprirti per paura che avessi freddo e poi aprire la finestra per farti respirare meglio; a guardarti e ricordare quanto fossi bella e vedere quel nuovo corpo consumato che non sembrava nemmeno il tuo; a sorreggere Romano perchè non crollasse e sorreggesse me che non sapevo come affrontare le ore più buie di quella notte; ad immaginare che fossi serena perchè non eri sola ad affrontare la partenza ma anche che potessi essere triste perchè ti mancava qualcuno…
a sopportare il peso che da li a qualche ora avresti smesso di respirare… lì, in quel letto, davanti a noi, tra le mie mani…
Ventriquattro ore di follia pura.
Aldina, lo so che non sei andata via, i segnali me li hai dati.
Vorrei poterti dire “molla tutto e vieni qui” ma sarebbe sciocco, perché tu sei sempre qui con me, tu sei il “bon temp” nel mio cuore.
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Le più belle di un’amica preziosa
Le più belle parole di un’amica preziosa